Va bene, hanno fatto il gruppo grazie ad una deputata eletta con il Front National di Marine Le Pen. È vero, lavoreranno con esponenti di partiti xenofobi e populisti. Ma a destra, gli eurodeputati del Movimento 5 Stelle proprio non ci vogliono stare, almeno fisicamente. Tra le preoccupazioni che turbano le prime giornate a Bruxelles dei neo eletti a Cinque Stelle, ce n’è una che proprio non li lascia dormire. “Né a destra, né a sinistra” è il mantra ripetuto fino allo sfinimento dal Movimento. E invece una collocazione nell’Aula di Strasburgo, il gruppo appena formato la dovrà per forza avere, e quella naturale sarebbe a destra. Il raggruppamento nasce dal vecchio Efd di Nigel Farage che nell’emiciclo uscente è la compagine che siede (esclusi i non iscritti) più a destra. Tutti i deputati imbarcati nel corso della campagna acquisti, poi, troverebbero la loro collocazione naturale proprio in quello spicchio dell’Aula.
Eppure i deputati del Movimento 5 Stelle non si rassegnano. Potrà sembrare una questione di lana caprina, ma già la collocazione, è convinto il capo delegazione del M5S, Ignazio Corrao, vuole dire qualcosa. “Non voglio passare tutta la legislatura a spiegare a giornali e televisioni che con la destra non c’entriamo niente”, insiste: “Cosa devo fare, cominciare a venire in Aula con la maglietta di Che Guevara?”, chiede già stanco di doversi giustificare per i compagni di coalizione. Così si tenta almeno di metterci una pezza posizionandosi in una parte di Aula più neutra: “Ho cominciato una battaglia per poterci spostare al centro, vicino all’Alde”, assicura Corrao, anche se la cosa potrebbe non essere semplice. A decidere la sistemazione dei gruppi nell’emiciclo è la Conferenza dei Presidenti: qui il gruppo potrà presentare la sua richiesta di spostamento, ma a decidere saranno i capigruppo delle altre fazioni, il cui voto pesa di più o di meno in base al numero dei deputati che rappresentano.
In attesa di capire dove si siederanno, intanto i grillini hanno preso anche altre precauzioni per tentare di parare le accuse sullo spostamento a destra. Ai partiti più “pericolosi” tra quelli che hanno aderito alla coalizione, in particolare Democratici Svedesi e lituani, hanno fatto firmare una dichiarazione: niente dichiarazioni o prese di posizione dichiaratamente di destra. Vedremo se potrà bastare.