Gli eurodeputati hanno presentato la proposta per una nuova “legge fondamentale” che riscriva il trattato di Lisbona. La Commissione (con meno membri) trasformata in un vero governo centrale
Un’unione federale, con un vero governo, un presidente eletto direttamente, una politica di sicurezza e difesa comune, un Tesoro europeo. Così gli eurodeputati federalisti del Gruppo Spinelli immaginano l’Unione europea del futuro. Per realizzarla, il gruppo ha già preparato una proposta di “legge fondamentale” che opera una “revisione completa ed esaustiva del Trattato di Lisbona”, riscrivendo in sostanza la “Costituzione” europea.
L’Ue, spiegano presentando la proposta a Bruxelles, non può affrontare le sfide del futuro con l’architettura costituzionale attuale: l’autorità esecutiva è sparpagliata, la responsabilità politica debole, le basi legali vengono a mancare. Per questo serve un “passo decisivo e consapevole nella direzione federale”. “La crisi ha mostrato che un’Europa intergovernativa guidata da 27 Stati membri non funziona” analizza il capogruppo dei liberal-democratici al Parlamento europeo, Guy Verhofstadt, tra i fondatori del Gruppo Spinelli. “È come se gli Stati Uniti, invece di avere un Presidente e un’amministrazione federale fossero diretti dai 50 governatori di Stato che si riuniscono quattro volte all’anno” paragona.
La proposta del gruppo prevede invece che l’Unione abbia un vero governo. La funzione sarebbe svolta dalla Commissione europea, costituita da un numero ridotto di commissari. Preservata la funzione da colegislatori di Parlamento e Consiglio, chiamati, anche secondo lo schema dello Spinelli Group, ad adottare le leggi a cui la Commissione dà impulso.
I 25 principi base che riscrivono completamente il trattato europeo definiscono anche molti altri aspetti. La presidenza semestrale di turno dell’Ue sarebbe abolita e ogni formazione del Consiglio dei ministri sarebbe chiamata a scegliere un proprio presidente, come del resta già accade per l’Eurogruppo. Nascerebbe una circoscrizione elettorale paneuropea, con liste transnazionali. L’esigenza del principio di unanimità, che rende più complessa qualsiasi modifica ai trattati, sarebbe abolita. Così come le deroghe di cui godono oggi alcuni Stati membri nei settori Giustizia e Affari interni.
Sarebbe istituito un sistema di tassazione per finanziare le spese dell’Ue, con un budget separato per la zona euro. La Banca centrale avrebbe poteri più ampi, in sostanza analoghi a quelli della Fed americana. Il progetto di legge apre anche alla possibilità di una mutualizzazione del debito sovrano.
“La gente si lamenta del deficit democratico dell’Ue, quando quello di cui soffre veramente è un deficit di governo” sottolinea il lib-dem britannico Andrew Duff. L’idea, specifica però l’eurodeputato Roberto Gualtieri (membro della direzione Pd) è quella di “un’Unione federale, non la creazione di un superstato”. Si tratta, cioè di “costruire un’unione federale più efficiente lavorando sulla struttura esistente per renderla più funzionante e razionale”.
Letizia Pascale